Non molto tempo fa ricorreva il mio ennesimo anniversario di permanenza di terra finnica.
Alcuni anniversari rappresentano un momento di riflessione, tirare le somme. Una occasione per scendere dalla corriera degli impegni quotidiani e fare il punto della situazione.
Non mi riconosco nella "generazione nessuno" descritta in un recente articolo di Repubblica, nè tanto meno in quella dei talenti in fuga.
Mi ritrovo invece nelle considerazioni esposte in questo interessante articolo pubblicato su La Rondine.
Quando si lascia un posto per emigrare altrove, inevitabilmente ci si espone all'ignoto, all'altro ad un insieme di regole e consuetudini estranee all'ambiente in cui siamo cresciuti.
L'autore suggerisce di utilizzare le proprie energie per cercare di analizzare e comprendere meglio gli aspetti di se stessi che l'esperienza del viaggio o dell'emigrazione in un paese straniero ci rivela.
Un'occasione per (ri)scoprire caratteristiche del proprio carattere sconosciute o magari nascoste, sopite in qualche remoto angolo del nostro vissuto.
Limitatamente alla Finlandia, su La Rondine è possibile leggere testimonianze dei lettori sulle esperienze nel Paese di Babbo Natale, in testa alle classifiche mondiali di vivibilità.
Si noterà subito che l'immagine che ne viene fuori non è certo quello della Finlandia felix, madre generosa che accoglie e ospita tutti promettendo incondizionatamente felicità e prosperità.
Senza dubbio spostarsi in Europa è diventato relativamente semplice e anche l'emigrazione verso altri continenti non rappresenta più un salto nel buio come poteva esserlo un secolo fa.
Attraversando i confini nazionali si nota come la valigia in policarbonato ha sostituito quelle di cartone, i certificati di laurea hanno preso il posto delle licenze elementari.
Sono cambiate forse alcune motivazioni alla base ma in fondo credo che il bagaglio di sogni e prospettive forse non sia del tutto diverso da quello dei nostri avi.
Secondo me fortuna, forza di volontà, spirito di adattamento, chiarezza di obiettivi e curiosità sono solo alcuni degli ingredienti necessari per il buon esito di un'avventura oltre confine (e non solo).
Alcuni anniversari rappresentano un momento di riflessione, tirare le somme. Una occasione per scendere dalla corriera degli impegni quotidiani e fare il punto della situazione.
Non mi riconosco nella "generazione nessuno" descritta in un recente articolo di Repubblica, nè tanto meno in quella dei talenti in fuga.
Mi ritrovo invece nelle considerazioni esposte in questo interessante articolo pubblicato su La Rondine.
Quando si lascia un posto per emigrare altrove, inevitabilmente ci si espone all'ignoto, all'altro ad un insieme di regole e consuetudini estranee all'ambiente in cui siamo cresciuti.
L'autore suggerisce di utilizzare le proprie energie per cercare di analizzare e comprendere meglio gli aspetti di se stessi che l'esperienza del viaggio o dell'emigrazione in un paese straniero ci rivela.
Un'occasione per (ri)scoprire caratteristiche del proprio carattere sconosciute o magari nascoste, sopite in qualche remoto angolo del nostro vissuto.
Limitatamente alla Finlandia, su La Rondine è possibile leggere testimonianze dei lettori sulle esperienze nel Paese di Babbo Natale, in testa alle classifiche mondiali di vivibilità.
Si noterà subito che l'immagine che ne viene fuori non è certo quello della Finlandia felix, madre generosa che accoglie e ospita tutti promettendo incondizionatamente felicità e prosperità.
Senza dubbio spostarsi in Europa è diventato relativamente semplice e anche l'emigrazione verso altri continenti non rappresenta più un salto nel buio come poteva esserlo un secolo fa.
Attraversando i confini nazionali si nota come la valigia in policarbonato ha sostituito quelle di cartone, i certificati di laurea hanno preso il posto delle licenze elementari.
Sono cambiate forse alcune motivazioni alla base ma in fondo credo che il bagaglio di sogni e prospettive forse non sia del tutto diverso da quello dei nostri avi.
Secondo me fortuna, forza di volontà, spirito di adattamento, chiarezza di obiettivi e curiosità sono solo alcuni degli ingredienti necessari per il buon esito di un'avventura oltre confine (e non solo).
Dalla mia esperienza di vita in Finlandia devo ammettere che il risultato forse piu' importante ma di certo il piu' inatteso e' che nel confronto (che talvolta diventa scontro :-P) con una cultura cosi' diversa come quella finlandese si impara a conoscersi meglio.
RispondiEliminaE troveo che questo percorso... hegeliano di tesi/antitesi->sintesi sia terribilmente istruttivo che chi lo vive.
Grazie per il tuo post!
@ Maxxfi: anche io credo che il confronto sia sempre utile e, come già detto, aiuti a conoscere meglio gli altri e soprattutto se stessi.
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