Il titolo scelto potrebbe essere probabilmente quello di una biografia non autorizzata delle (dis)avventure galanti di un famoso cavaliere (ben noto anche in terra finlandese).
In questo caso però si tratta dell'ultima traduzione italiana di un romanzo di Arto Paasilinna in uscita venerdì 11. Non mi meraviglierei se qualcuno passasse il libreria per acquistare il libro esattamente alle 11:11 di venerdì 11/11/11 (lo scontrino come prova d'acquisto).
Il romanzo originale, dal titolo Kymmenen riivinrautaa, è stato pubblicato nel 2001. L'anno successivo invece è stato realizzato l'omonimo film.
Qualche considerazione sul titolo (senza aver letto il romanzo originale).
Nei dizionari il termine riivinrauta viene tradotto con grattugia.
Ma come sono collegate le "dieci grattugie" del titolo originale con le "dieci donne" della versione italiana?
In lingua parlata, riivinrauta viene usato per riferirsi ad una donna di aspetto e (forse) anche di carattere sgradevole.
Probabilmente in italiano potremmo dire arpia (sebbene abbia più una connotazione caratteriale). Non ci metterei però la mano sul fuoco.
Trovate la scheda del libro sul sito ufficiale della casa editrice Iperborea.
Qualcuno di voi ha letto la versione originale? Ne consigliereste la lettura?
In questo caso però si tratta dell'ultima traduzione italiana di un romanzo di Arto Paasilinna in uscita venerdì 11. Non mi meraviglierei se qualcuno passasse il libreria per acquistare il libro esattamente alle 11:11 di venerdì 11/11/11 (lo scontrino come prova d'acquisto).
Il romanzo originale, dal titolo Kymmenen riivinrautaa, è stato pubblicato nel 2001. L'anno successivo invece è stato realizzato l'omonimo film.
Qualche considerazione sul titolo (senza aver letto il romanzo originale).
Nei dizionari il termine riivinrauta viene tradotto con grattugia.
Ma come sono collegate le "dieci grattugie" del titolo originale con le "dieci donne" della versione italiana?
In lingua parlata, riivinrauta viene usato per riferirsi ad una donna di aspetto e (forse) anche di carattere sgradevole.
Probabilmente in italiano potremmo dire arpia (sebbene abbia più una connotazione caratteriale). Non ci metterei però la mano sul fuoco.
Trovate la scheda del libro sul sito ufficiale della casa editrice Iperborea.
Qualcuno di voi ha letto la versione originale? Ne consigliereste la lettura?
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