martedì 21 febbraio 2012

I barcaioli finlandesi



´"Pertanto i barcajuoli, meno faticati allora per la scemata forza della corrente, cantavano alcune ariette, le quali accompagnava il grato rumore delle acque percosse a tempi uguali dalle pertiche loro. Quei canti erano per lo più malinconici ed avevano una dolcezza che giungeva al cuore: parevano melodie di Bellini e spesso ricordavano il motivo dell’Angiol di pace all’anima della cara Beatrice Tenda.
I Finlandesi amano molto il canto, ed io ho udito simili ariette cantate da altri barcajuoli che mi accompagnarono sui fiumi del Torneo e del Muonio. La mestizia dei canti loro ben si addice alla pallidezza del viso e all’amorevolezza dell’animo loro, la quale si manifesta in ogni gesto ed in ogni parola.
I barcajuoli finlandesi sono alti ma poco robusti, hanno capelli biondi, gli occhi celesti, il viso pallido e soave, sono cortesi, ospitali, lieti di contentare gli altri dove possono, e fidatissimi. Se fosse stato altrimenti, essi avrebbero potuto molte volte portar via tutto quanto io aveva nella barca, provvisioni, abiti, coperte, danari; e ne avrebbero avuto tutto l’agio perchè io, Hartmann e l’altro interprete andavamo spessissimo per terra, perdendosi talora tra le macchie e le paludi e ritrovandoci a stento per via di grida o di colpi di archibuso, e poi solo per mezzo della bussola. Essi avrebbero potuto allora discendere rapidamente il fiume sottrarsi per sempre al nostro sguardo, ricchi del bottino già fatto. Pazienti ed amorosi ci aspettavano al contrario nella barca, senza prendere nemmeno un biscotto o bere un sorso di vino, che pure era nella medesima barchetta.
Quei barcajuoli sono parchissimi; nei momenti di riposo prendono un poco di latte cagliato che portano seco in un bariletto, stendendolo soprea stiacciate di segale; prendon pure un poco di burro ed in fine bevono solo dell’acqua; cibo frugalissimo, giornaliero per quei popoli, dal quale come pure dal clima dipende certamente la natura loro dolce e mansueta: essi non mangian carne nè bevono liquori spiritosi, nemmeno l’acquavite tanta desiderata dai Lapponi.
Sono anche modesti nel vestire ma puliti: hanno stivali alla finlandese fino al ginocchio, i calzoni piuttosto stretti di panno bigio, una giacchetta ed un beretto dello stesso panno e dello stesso colore, e portano sempre alla vita una cintura di cuojo, dove è un fodero per il coltello, con il quale prendono il latte e accomodano le punta delle pertiche che spesso di sfiocca per gli urti continui contro le pietre."

tratto da "Viaggio per le parti settentrionali di Europa. Narrazione del viaggio, Filippo Parlatore (1851), ed. Le Monnier 1854

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