sabato 4 aprile 2020

La nascita del mondo


L'uovo cosmico è un archetipo che ricorre anche nella civiltà finlandese. Nel primo runo del Kalevala, si legge che un'anatra depone sei uova d'oro e uno di ferro sul ginocchio di Ilmatar. Dopo tre giorni di cova, Ilmatar cominciò a sentire un calore crescente che partiva dal ginocchio. Lo scosse e le sette uova rotolando si ruppero. Ne uscirono la terra, il sole, il firmamento e le nuvole.
Nelle traduzioni italiane si fa riferimento generico ad un'anatra mentre nel Kalevala si parla di sotka che all'epoca in cui l'epopea è stata pubblicata era il nome dell'uccello che nel finlandese moderno viene chiamato telkkä, quattrocchi, una delle anatre finlandesi più comuni.
Il quattrocchi, che ho intravisto qualche giorno fa in un piccolo stagno, era dunque un discendente dell'anatra che ha dato il via alla creazione del mondo.
Ecco i versi del primo runo del Kalevala in cui si descrive la nascita del mondo.
La versione italiana è tratta da 'Kalevala.Il grande poema epico finlandese' con traduzione e note di Marcello Ganassini (Edizione Mediterranee)

"Le uova non si persero nel fango,
i cocci non si mischiarono all’acqua.
I frammenti divennero ricchezze,
quei pezzi grandi meraviglie:
Dalla metà inferiore del guscio
la madre terra là nel basso,
dalla metà superiore del guscio
il firmamento lassù in alto,
dalla parte alta del tuorlo
il sole creato per splendere,
dalla parte alta dell’albume
la luna destinata a scintillare;
ognuna delle parti screziate,
fu una stella nel firmamento,
ognuna delle parti più scure,
divenne una nube sopra il cielo
."
(Kalevala, Elias Lönnrot, traduzione di Marcello Ganassini)

Ei munat mutahan joua,
Siepalehet veen sekahan,
Muuttuivat murut hyviksi,
Kappalehet kaunoisiksi:
Munasen alainen puoli
Alaiseksi maa-emäksi,
Munasen yläinen puoli
Yläiseksi taivahaksi,
Yläpuoli ruskeaista
Päivöseksi paistamahan,
Yläpuoli valkeaista
Se kuuksi kumottamahan;
Mi munassa kirjavaista,
Ne tähiksi taivahalle,
Mi munassa mustukaista,
Nepä ilman pilvilöiksi.
(Kalevala, Elias Lönnrot)

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