sabato 23 luglio 2011

La nostra patria: l'inno nazionale finlandese

Spesso si tende a pensare che il Finlandia-hymni di Sibelius sia l'inno nazionale finlandese. A tal proposito nel 2001 una richiesta di cambio dell'inno era stata respinta dal parlamento finlandese.
L'inno nazionale ufficiale si chiama in realtà Maamme laulu (in finlandese) e Vårt land (in svedese). Le parole originali svedesi furono scritte da Runeberg nel 1846 mentre la musica fu composta un paio di anni dopo da Fredrik Pacius, un tedesco trasferitosi ad Helsinki.
Sulla stessa musica nel 1889 Cajander realizzò la versiona finlandese basata su una precedente traduzione di Krohn. Curiosamente sulle note della musica di Pacius è stata scritta anche una versione estone diventata poi inno nazionale del paese baltico.

La poesia di Runeberg è composta da 11 strofe ma generalmente si cantano solo la prima e l'ultima.

Su Wikipedia sono disponibili i testi di Maamme laulu/Vårt land. Riporto di seguito una traduzione in italiano (risalente al 1908) dall'originale di Runeberg. La traduzione include solo cinque strofe.


Patria nostra

O terra nostra, o patria terra nostra,
Nobile suono, cara
Parola! Non v'ha monte, che la cima
Verso il cielo sollevi,
Non valle, che calando si deprima,
Non spiaggia, che si bagni,
Qua la nord, che più di te, terra natìa,
Terra dei padri nostri, amata sia.


La patria nostra è povera, e per quel,
Che brama oro, sarà
Sempre tale! Superbo uno straniero
A calpestarci venne;
Ma il nostro amore a questa terra intero
Noi conservammo , ed essa
Colle lande, gli scogli e i monti suoi
Come una terra d'oro appare a noi.


Amiamo il muggir dei nostri fiumi,
L'irromper dei torrenti
Della fosca foresta il mormorare,
E la notturna stella,
E della nostra està le notti chiare;
E tutto, tutto questo,
Che si palesa a noi, che a noi canta,
Il nostro cuore ci commove e incanta.


Qui combattute fur dai padri nostri
Le lotte col pensiero,
Colla spada e l'aratro; qui, scorrendo
Chiara o fosca stagione,
Qui, avversa o favorevole volgendo
La mutevol fortuna,
Del popolo finlandese il cor batteva;
Qui soffria quant'ei più soffrir poteva.

Chi potè numerar mai le battaglie,
che afflisser questo popolo,
Quando la terra ardea da valle a valle,
Quando il gelo giungeva
Con tormentosa fame alle sua spalle?
Chi misurar giammai
Tutto il sangue potè di lui versato
E la pazienza tutta, ond'ei fu ornato?


Traduzione a cura di Esther Åkerblom e Francesco di Silvestri Falconieri, 1908

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