sabato 12 febbraio 2011

La prima donna medico dei paesi nordici


Intorno alla metà del XIX secolo, l'idea che una donna potesse studiare e diventare medico era considerata una assurdità, un concetto irrazionale, un pensiero inconcepibile.
Forse devono averla pensata allo stesso modo i famigliari di Rosina Heikel quando nel 1860 espresse loro il desiderio di studiare medicina ai suoi cari.
Rosina riuscì ad ottenere l'autorizzazione dalla famiglia e all'inizio del 1870 divenne la prima donna a seguire i corsi di medicina all'Università dello zar Alessandro II (il vecchio nome dell'Università di Helsinki).
La Heikel terminò gli studi nel 1878 divenendo così la prima laureata in medicina della Finlandia e dei paesi scandinavi. Ancora una volta per cominciare il tirocinio la neodottoressa avrebbe dovuto chiedere il permesso alla sua famiglia.

Verso la fine del 1800 tra le matricole si registravano già il 10% di donne. Solo a partire dal 1901 le donne non erano più obbligate a richiedere l'autorizzazione dei famigliari.

Da allora il numero di donne iscritte è aumentato di anno in anno fino a superare nel 1948 quello degli uomini. Ancora oggi la rappresentanza femminile e di molto superiore a quella maschile.
La sproporzione è più evidente in alcuni corsi di studi come per esempio veterinaria dove la percentuale degli uomini iscritti è inferiore al 10%.

In una mostra al museo dell'Università di Helsinki sono state raccolte fotografie e materiale biografico relativo alla Heikel e le altre pioniere della medicina finlandese.

Ricordo che ai miei tempi in Italia le donne affollavano maggiormente le facoltà umanistiche mentre erano in numero minore in quelle tecnico-scientifiche con qualche eccezione per corsi come farmacia e matematica
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